Dibattito Pubblico Genova
La Gronda di Ponente
I quaderni delle comparse

Ci chiamano "attori", come fossimo i protagonisti di ciò che si sta decidendo riguardo la "gronda"; non pretendiamo di essere i registi, ma vorremmo incidere veramente sulle decisioni, portando il nostro contributo al dibattito, ma ci sentiamo comparse. Temiamo che le decisioni siano già state prese. E la mancanza dell’opzione zero rafforza il dubbio. Facciamo numero in un dibattito pubblico che altrimenti avrebbe pochi interlocutori, ma stop, fine, il nostro ruolo finisce li. 

Ma non ci va bene. Noi siamo persone, con una nostra storia. Non siamo i numeri della contabilità di una grande opera come il mostro "gronda". Non siamo i 267 cittadini che vivono nei 183 alloggi da abbattere del tracciato 1 , e neppure le 467 persone da ricollocare delle 292 case da buttare giù del tracciato 5. Non siamo questi totali, abbiamo un nome, dei sogni delle aspirazioni, una vita. E vogliamo parlarvi di noi.

Capirete così che non siamo politici di professione, che abbiamo il nostro lavoro, i nostri impegni, i nostri problemi quotidiani, la nostra famiglia. E che tutto ciò assorbiva già il nostro tempo. E dedicarci adesso al dibattito pubblico, e a tutte le attività legate alla gronda, porta via tempo al resto, ai nostri affetti, ci costringe a prendere permessi sul lavoro, non abbiamo più tempo libero. Ne avremmo fatto volentieri a meno.

Ci stiamo impegnando in questa lotta, ma non per difendere il nostro “cortile”. La difesa del proprio "cortile" può essere stato lo stimolo per alcuni di noi:  svegliarsi un giorno e scoprire dal giornale che forse la tua casa sarà buttata giù perché qualcuno ha deciso così, è devastante. Questa può essere stata la partenza, ma poi ci siamo informati, e siamo andati oltre.  E’ diventata la difesa della nostra città per evitare che sprechi un’enorme quantità di denaro per costruire un’opera che non serve, è diventata la difesa della qualità dell’aria che respiriamo, della vita nostra e dei nostri concittadini.

Non sono riusciti a dimostrarci l’utilità della gronda, e nel momento in cui un’opera non è necessaria, ma anzi fonte di nuovi problemi, non vuoi che sia costruita nel tuo “cortile”, ma neppure nel “cortile” di un altro che sta a km da te. E non si parli di Nimby (Not In My Back Yard in italiano "non nel mio cortile") o di "Banana" (Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything ossia «non costruire assolutamente nulla in alcun luogo vicino a niente»). Non siamo contro tutto. Siamo contro le opere che non risolvono i problemi.
 
Iniziamo con due storie, la prima di un'intero paese, la seconda scritta da due ragazzi dei comitati. Chi vuole contribuire pubblicando qua la sua storia, la invii a info@dibattitopubblico.com. Grazie.
 

17 aprile 2009 - Geminiano - Genova
17 aprile 2009 - Michele e Francesco - San Biagio Serro



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